Atmosfere fiabesche e surreali, personaggi stralunati e sognanti, colori pastello, estetica vintage e nostalgica. Tutto questo è il cinema di Wes Anderson.

Regista tra i più geniali e amati del cinema indipendente americano, si è guadagnato lo status di autore cult con il bellissimo I Tenenbaum e ha proseguito con il suo stile personalissimo e inconfondibile in una serie di ottime pellicole (Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Il treno per il Darjeeling, Fantastic Mr Fox). Ora sbarca nelle sale italiane, l’ultimo lavoro, Moonrise Kingdom, che ha inaugurato il Festival di Cannes e ha recentemente vinto il premio come Miglior film ai Gotham Awards, gli Oscar del cinema indipendente.

Il film è ambientato in un’isoletta del New England nel 1965 (ma già le pellicole precedenti contenevano, nella scelta delle musiche, dell’iconografia e nella regia, rimandi agli anni 60-70, evidentemente l’epoca prediletta dal regista). Suzy e Sam sono due dodicenni solitari e leggermente disadattati: lui è orfano e vive in un campo scout, lei è insofferente alla vita con genitori e fratellini. Si incontrano, bastano poche parole e un fiume di lettere per far scoppiare il colpo di fulmine. E decidono di fuggire insieme, verso una spiaggia deserta che coronerà il loro sogno d’amore. Ovviamente, saranno inseguiti da preoccupatissimi familiari, poliziotti, scout, servizi sociali.

Anderson usa il suo consueto stile favolistico e poetico per raccontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, con una storia di ribellione pura e innocente, che contiene già i germi dell’epoca rivoluzionaria che investirà il mondo pochi anni dopo. Con grazia e tenerezza, mescolando l’avventuroso e il melò, ci parla di ragazzi che vogliono fare gli adulti, per i quali l’amore è qualcosa di assoluto e indiscutibile, mentre gli adulti intorno a loro si comportano da bambini.

Il film cattura con i suoi movimenti di macchina vertiginosi - decisamente debitori dello stile anni 70 - con una colonna sonora sempre calzante, con una fotografia vintage di grande fascino. E con un cast strepitoso: se sono bravissimi e credibili i due esordienti Kara Hayward e Jared Gilman, attorno a loro troviamo Bruce Willis (il poliziotto duro dal cuore tenero), Edward Norton (il capo scout), Bill Murray, Frances McDormand (i genitori di Suzy), Tilda Swinton (la rigida emissaria dei servizi sociali) e Jason Schwartzman (un altro capo scout, decisamente sui generis). Senza dimenticare il simpatico Bob Balaban nei panni del narratore e un gustoso cameo di Harvey Keitel.

Un’opera originale e deliziosa, in sala dal 5 dicembre.