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martedì 12 novembre 2019

17/11/2019 ESCURSIONE



Le Mura Sud di Montagnana

SAGRA DEI SAPORI A MONTAGNANA

"Sapori d'autunno" a Montagnana il 16 e 17 novembre 2019 Event






Escursione da Roveredo di Guà a Montagnana per la "Fiera dei Sapori"
Il percorso che va da Roveredo a Montagnana, è a tratti asfaltato, a tratti sterrato, e a tratti costeggia il fiume Guà 

Percorso a piedi circa 12 Km, totale

Tempo di percorrenza 5 ore, (andata e ritorno)

Dislivello: 00

Percorso adatto a tutti

Meteo: sole, con temperatura massima di 11 gradi
Il percorso in macchina: Verona, San Martino,Belfiore,Veronella, Cologna veneta,Roveredo di Guà, circa 50 km

Si parcheggia a Roveredo di Guà in via Dante Alighieri
Si consigliano scarpe da tennis con una buona suola 
Pranzo al sacco, o presso gli stand gastronomici 
Ritrovo in viale della Stazione di Porta Vescovo, alle ore 9,00, partenza alle ore 9,15

Domenica 17, a Verona c'è la Maratona, consultare il percorso consigliato per raggiungere Porta Vescovo.

Avvertenza importante! La partecipazione all'attività è libera e gratuita ed è effettuata con la collaborazione di tutti i partecipanti aderenti, i quali costituiscono un gruppo autogestito e sollevano perciò  i promotori da ogni responsabilità per qualsiasi inconveniente possa verificarsi durante l'escursione e/o i trasferimenti. Il loro intervento si limita all'aggregazione su un programma comune.
Chi propone la gita non è ne accompagnatore ne guida
I partecipanti sono tenuti a leggere attentamente il programma e a valutare le difficoltà dell'escursione.
In caso dovessero verificarsi degli inconvenienti non previsti al momento della programmazione, verranno risolti in collaborazione nel migliore dei modi.
 Non è necessaria nessuna iscrizione, basta trovarsi nel luogo dell'appuntamento all'ora indicata.
 Il punto di ritrovo viene pubblicato dopo aver consultate le previsioni meteo 2 giorni prima della gita
  Il programma può subire delle variazioni,per condizioni meteo avverse o altro, che verranno concordate, secondo le esigenze.
E' consigliato avere un abbigliamento adeguato all'escursionismo, e alla temperatura, calzature da trekking  alte alla caviglia Portare sempre una bottiglia d'acqua, e tutto ciò che può agevolare la buona riuscita della gita, e non creare disagi al gruppo
 Chi si presenterà con calzature non adeguate non sarà accettato a partecipare all'escursione
Le gite sono particolarmente adatte a chi desidera un'andatura tranquilla, e vuole godersi la giornata senza l'assillo dell'ora.
Il rientro è previsto per le ore 17 alle macchine
Coloro che hanno o presumono di avere esigenze diverse di orario, devono usare mezzi propri, e essere autonomi per il rientro
E' consigliato di partecipare alla spesa della benzina, in particolar modo per gli spostamenti più lunghi
Se entro le ore 20 del giorno prima della gita non sono pubblicate variazioni il programma viene rispettato in tutti i dettagli 
Per eventuali chiarimenti contattare il 3483921029

Montagnana

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Nota disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Montagnana (disambigua).
Montagnana
comune
Montagnana – Stemma Montagnana – Bandiera
Montagnana – Veduta
Vista dall'esterno della cinta muraria di Montagnana
Localizzazione
StatoItalia Italia
RegioneCoat of Arms of Veneto.png Veneto
ProvinciaProvincia di Padova-Stemma.png Padova
Amministrazione
SindacoLoredana Borghesan (Lega Nord-liste civiche) dal 17-5-2011
Territorio
Coordinate45°14′N 11°27′ECoordinate: 45°14′N 11°27′E (Mappa)
Altitudine16 m s.l.m.
Superficie45,03 km²
Abitanti9 024[1] (31-12-2018)
Densità200,4 ab./km²
FrazioniBorgo Frassine, Borgo San Marco, Borgo San Zeno Località: Caprano, Cicogna, Monastero, Ranfolina, Rovenega
Comuni confinantiBorgo Veneto, Bevilacqua (VR), Casale di Scodosia, Minerbe (VR), Pojana Maggiore (VI), Pressana (VR), Roveredo di Guà (VR), Urbana
Altre informazioni
Cod. postale35044
Prefisso0429
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT028056
Cod. catastaleF394
TargaPD
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)
Cl. climaticazona E, 2 487 GG[2]
Nome abitantimontagnanesi
Patronosanta Maria Assunta
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montagnana
Montagnana
Montagnana – Mappa
Posizione del comune di Montagnana all'interno della provincia di Padova
Sito istituzionale
Montagnana è un comune italiano di 9 024 abitanti[1] della provincia di Padova in Veneto.
Alla città di Montagnana è stata conferita la Bandiera arancione per le sue bellezze storiche e per la valorizzazione dei prodotti tipici, inoltre fa parte dell'associazione I borghi più belli d'Italia. Nel 2018 è riconosciuta tra le località Spighe Verdi.

Indice

Geografia fisica

Territorio

Il comune di Montagnana, situato nella parte sud-occidentale della provincia, dista circa 51 chilometri da Padova e confina con le province di Verona, nel tratto in cui scorre il fiume Fratta, e Vicenza. Montagnana è il quarto comune della provincia per estensione.

Clima

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Montagnana.

Origini del nome

Il nome deriva dal toponimo Motta Aeniana, in latino medievale motta indicava una piccola altura mentre aeniana una mansio.[3]

Storia

Le origini di Montagnana probabilmente risalgono ad epoca romana, in un territorio soggetto a frequenti alluvioni e circondato dal fiume Adige, fino alla cosiddetta rotta della Cucca che modificò il percorso del fiume.[4]
Dopo lunghe guerre, dal 1405 fino al 1797 la città fece parte della Repubblica di Venezia.

Simboli

Stemma

«Stemma troncato semitroncato; il primo d’argento ha il leone di S. Marco Evangelista di rosso; il secondo: a) di rosso ad un quartiere troncato d’oro e d’azzurro, caricato ad una stella di otto raggi dall’uno all’altro; b) di nero: ornamenti esteriori della città.[5]»

Monumenti e luoghi d'interesse

Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la città si fa apprezzare per il tessuto urbano, fatto di vie e di edifici sorti in periodo rinascimentale e, parte, durante la ripresa economica del XIX secolo.
Sulla piazza centrale si protende il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. All'interno sono esposte la Trasfigurazione di Paolo Veronese, tre tavole di Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco (XVI secolo), una grande tela votiva di notevole valore documentale riproducente la battaglia di Lepanto (1571). Le pareti sono ornate di raffinate decorazioni e di affreschi, tra i quali, notevolissimi, quello del catino absidale del Buonconsiglio, e, ai lati dell'ingresso, la Giuditta e il David, recentemente attribuiti al Giorgione.
Sempre sulla piazza, si affaccia l'elegante palazzo Valeri e l'antico Monte di Pietà. In via Matteotti sorge il palazzo Magnavin-Foratti, in raffinato stile gotico-veneziano, che si dice sia stata la residenza di Jacopa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata.
In via Carrarese si trova il municipio, opera attribuita all'architetto veronese Michele Sanmicheli (1538). In via Scaligera vi è la chiesa tardo-romanica di San Francesco, con attiguo monastero delle Clarisse; in via San Benedetto si affaccia l'omonima chiesa barocca, oggi sconsacrata e adibita ad auditorium per l'educandato e l'accademia musicale annessi. Subito fuori dell'abitato, a ridosso di porta Padova, vi è villa Pisani, uno dei capolavori di Palladio, che all'interno conserva statue di Alessandro Vittoria (1525-1608).
Da segnalare, in via dei Montagnana, l'antico ospedale di Santa Maria con un affresco di Giovanni Buonconsiglio e, nell'omonima via, la chiesetta di Sant'Antonio Abate, con tracce di presenza templare.
I monumenti più insigni, tuttavia, sono costituiti dalla cinta muraria, dalla rocca degli Alberi e dal castello di San Zeno.
Le opere di fortificazione alto-medioevali, che si suppongono rafforzate nel X secolo in difesa delle scorrerie degli Ungari, erano costituite quasi esclusivamente da terrapieni, palizzate, fossati e barriere di piante spinose (rimane qualche ricordo in vecchi toponimi delle vie interne). Montagnana viene citata come castrum in un documento del 996. Nei secoli successivi numerose testimonianze documentali attestano la sua funzione difensiva e protettiva a vantaggio dei villaggi circostanti i cui abitanti erano tenuti alla manutenzione dell'apparato difensivo (mura, bertesche, ponte) e al servizio militare nei confronti del castrum considerato ricetto comune di importanza vitale per la sicurezza di tutti. Ezzelino III da Romano detto il Tiranno (1194-1259), presa e incendiata Montagnana nel 1242, munì il luogo di fortificazioni adeguate all'epoca (ziron). Il mastio del castello di San Zeno (oggi agibile fin sulla sommità) è a lui attribuito.

Cinta muraria

La città murata dal castello di San Zeno
Le mura attuali, che costituiscono uno degli esempi più insigni e meglio conservati di architettura militare medioevale in Europa, salvo il complesso di Castel San Zeno e i tratti di cinta ad oriente ed occidente che sono più antichi, risalgono alla metà del Trecento, quando i Carraresi, signori di Padova, vollero ampliare e rafforzare quello che era un essenziale luogo forte di frontiera dello stato padovano contro la Verona degli Scaligeri, che dominava la vicina Legnago. Lo spazio urbano intra moenia fu in quell'occasione ampliato, e la nuova cinta fu costruita con strati sovrapposti di mattoni e di pietre (trachite trasportata per via d'acqua dai vicini colli Euganei). La città fortificata è racchiusa in un quadrilatero irregolare delle dimensioni di circa metri 600 x 300 con un'area di 24 ettari e un perimetro di circa due chilometri. Le mura, coronate da merli di tipo guelfo, sono alte dai 6,5 agli 8 metri, con uno spessore di 96-100 centimetri. Tra un merlo e l'altro, delle ventole in legno servivano a riparare i difensori. Le torri perimetrali, in totale 24, distanziate di circa 60 metri, sono alte fra i 17 ed i 19 metri. Il vallo esterno varia dai 30 ai 40 metri.
All'interno dei fornici che reggono il cammino di ronda erano allogati i magazzini (canipe) per la custodia dei beni prodotti nelle campagne (si notano ancora gli incavi per fissare le armature in legno). Nelle torri, a più piani e coperte da un tetto spiovente defilato sotto la piazzola munita di macchina da lancio, stavano altri magazzini e gli alloggiamenti per i militi posti a guarnigione della fortezza nei momenti di emergenza bellica. Una zona priva di costruzioni e adibita a pomerio coltivato per fronteggiare lunghi assedi, stava tutto attorno alle mura dalla parte interna.
Attorno alla cinta muraria correva un ampio fossato (l'attuale pittoresco e verde vallo) allagato con l'acqua del fiume Frassine (confine verso il Vicentino) derivata per mezzo di un canale ad argini sopraelevati (il Fiumicello) avente funzione di vallo difensivo di saldatura lungo il quale, dalla parte padovana, stava un serraglio sopraelevato per la concentrazione delle truppe. Tutto attorno alla zona montagnanese erano paludi intransitabili o plaghe inondabili in caso di guerra, così che la città murata costituiva la chiave della frontiera padovana verso ovest. La struttura militare era per di più attorniata da quattro fortificazioni avanzate perimetrali (le bastie), ora scomparse, e le due rocche poste a difesa delle due porte erano circondate da fossato pure dalla parte di città. La fortezza, ai suoi tempi, era imprendibile e, di fatto, fino all'avvento delle grosse bocche da fuoco (XVI secolo), non fu mai espugnata militarmente.
L'accesso alla città era controllato dalle porte fortificate del castello di San Zeno (ad est, verso Padova) e della Rocca degli Alberi (ad ovest, verso il veronese). Solo più tardi, nel '500, fu aperta a nord una terza porta (porta Nova o di Vicenza) per agevolare le comunicazioni con il porto fluviale del Frassine. Alla fine dell'Ottocento un quarto varco fu praticato verso sud, per accesso alla stazione ferroviaria (porta XX Settembre).
Le mura medievali di Montagnana sono state inserite tra I Luoghi del Cuore, iniziativa promossa dal FAI.
Porta Legnago, detta anche Rocca degli Alberi. Foto del 1967, Paolo Monti

Rocca degli Alberi

La Rocca degli Alberi, che si alza imponente e pittoresca sul vallo dalla parte occidentale, fu costruita dai Carraresi nel biennio 1360-62 con funzione esclusivamente militare. L'ingresso fortificato era costituito da un complesso sistema difensivo: lungo l'androne di transito, dominato da due torri, stavano quattro porte a battenti, due saracinesche e quattro ponti levatoi a bilanciere. Sistema simile era a castel San Zeno.
Dal 1963 la rocca ospitava l'ostello della gioventù, ora spostato in una struttura pochi metri fuori le mura, ed è visitabile nel periodo aprile-ottobre.

Castello di San Zeno

Il castello di San Zeno (il cui toponimo derivante dalla vicina chiesa di San Zeno, richiama una fase di espansione della diocesi veronese) sorge nel luogo di un insediamento alto-medioevale che fu residenza degli eredi di Ugo il Grande di Toscana divenuti in seguito i marchesi d'Este. L'odierna costruzione (salvo l'ala veneziana e le sovrastrutture austriache) risale per buona parte al XIII secolo, quando Ezzelino III da Romano, dopo averla data alle fiamme nel 1242, volle meglio fortificare Montagnana.
L'edificio ha pianta rettangolare (metri 46 x 26) con un ampio cortile interno. Fino agli inizi del XIX secolo, il castello era circondato da un fossato che lo isolava anche dal lato di città. La struttura era completata da torri (di cui ne restano due) e dal vicino mastio (alto circa 40 metri) che doveva costituire un punto privilegiato per l'avvistamento e la difesa della città. Inizialmente, il ponte levatoio che varcava il vallo consentendo l'accesso alla città, immetteva probabilmente nel cortile interno del castello. Si ipotizza che il passaggio sia stato poi spostato sul lato sud del castello stesso, protetto sia da questo che dall'alto mastio. Quest'ultimo originariamente doveva essere più basso e coperto da un tetto di legno sormontato da una guardiola.
Castel San Zeno
Quando Padova, Verona e le altre città del Veneto furono assoggettate da Venezia e cessarono le loro reciproche continue lotte, Montagnana prosperò come zona di produzione agricola e, in particolare, della canapa, le cui fibre erano necessarie per le corde e le vele dell'arsenale veneziano. Il castello di San Zeno fu allora adibito a deposito di tale produzione.
Il castello continuò ad essere utilizzato come quartiere di alloggi militari e, in seguito, anche col Regno d'Italia fino alla prima guerra mondiale.
Attualmente al suo interno sono ospitati il Museo Civico "Antonio Giacomelli"[6], istituito nel 1980, la biblioteca civica e il Centro Studi sui Castelli, fondato nel 1954.[7]
Una veduta del castello di San Zeno, visto da nord-est come appariva nel '500, è riprodotta in un prezioso disegno a sanguigna attribuito a Giorgione (conservato al museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam).

Galleria d'immagini

 

 


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